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LABOR || DECRETO LAVORO (PART 2) – RIDUZIONE DEL CUNEO FISCALE E INNALZAMENTO WELFARE AZIENDALE/FRINGE BENEFIT

a cura di
Gabriele Brunello

Il Decreto Lavoro innalza, in misura pari al 4 per cento, l’esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico dei lavoratori dipendenti per i periodi di paga che vanno da luglio a dicembre 2023 (con esclusione della tredicesima mensilità). L’esenzione aumenta fino al 7 per cento se la retribuzione imponibile non eccede l’importo mensile di 1.923 euro.

Il beneficio si applica a tutti i lavoratori dipendenti con l’esclusione dei lavoratori domestici. Non è un incentivo quindi non è soggetto alla normativa sugli aiuti di Stato de minimis e positività del DURC.

Accolgo positivamente questa diminuzione del cuneo fiscale anche se un aumento in busta paga che varia mediamente dai 40 ai 60 euro al mese per solo 6 mesi, non cambierà particolarmente la situazione reddituale dei lavoratori e dovrà per forza essere confermato e magari implementato nei prossimi periodi. Si tenga poi presente che la diminuzione dell’imponibile previdenziale abbasserà le contribuzioni utili alle future pensioni mentre alzerà l’imponibile previdenziale soggetto alla tassazione dello Stato, mentre, ad esempio, il cosiddetto bonus Renzi valeva 80 euro netti che non impattavano né sull’imponibile previdenziale né fiscale (seppur l’importo della misura richiedeva maggiori copertura da parte dello Stato).

Si conferma l’incremento della soglia dei fringe benefit a 3.000 euro per il 2023, esclusivamente per i lavoratori dipendenti con figli a carico, incluse le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale.

Accolgo ancora positivamente questo aumento dei fringe benefit e del welfare ma mi chiedo se non ci siano aspetti di discriminatorietà nei confronti di coloro che non hanno figli a carico e se non sia meglio abbassare e redistribuire la soglia per la totalità dei lavoratori (per esempio 1000 euro per tutti) rendendola permanente. Una mossa per incentivare un welfare economico che potrebbe finalmente diventare una normale prassi per molte aziende anche piccole e svilupparsi e slanciarsi poi in un welfare anche non prettamente economico.

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